“Aggredire è quello che faccio. Vado in guerra. Non riesci ad affrontare una partita di calcio se hai un atteggiamento razionale.” Roy Keane spiega il suo stile di gioco violento
Nel 1993 la squadra dei Red Devils, che già poteva vantarsi di pedine importanti come Schmeichel, Cantona e Giggs, impreziosì la propria rosa con un tassello che si sarebbe rivelato fondamentale. L’irlandese Roy Keane entrò a far parte dello United, da cui andò via “solo” 12 anni dopo, diventando il capitano più vincente della storia del club. Mediano caratterizzato da uno stile di gioco aggressivo e altamente competitivo, Roy viene ricordato più per il suo temperamento irascibile e impulsivo (anche grazie ad alcuni episodi che ne contrassegnarono la carriera) piuttosto per quello che fu effettivamente: un punto di riferimento per il centrocampo, un leader vero e proprio che impostava le azioni di gioco e dava fiducia a tutta la squadra con il suo carattere determinato e volitivo. L’irlandese non arretrava mai, raramente evitava un contrasto e tirava indietro la gamba. Per lui il terreno di gioco era un campo da battaglia e difatti Roy Keane si rivelò per quello che era: non un semplice calciatore, ma un guerriero. Sarebbe stato capace di morire durante la partita, combattendo per la propria squadra. Il suo fondamentale apporto al Manchester United si può riassumere nel discorso che Darren Fletcher fece quattro anni dopo l’addio di Roy all’Old Trafford: “Era il nostro capitano, il nostro leader, ed ha lasciato un segno: se adesso siamo dove siamo è grazie a lui, il nostro impegno viene dalle regole che ci ha imposto.”
I suoi primi segni di indisciplina sul campo si manifestarono nel 1995, quando ricevette il suo primo cartellino rosso per aver colpito Southgate con un pestone. Sospeso per tre giornate, quella sarebbe stata la prima espulsione di una lunga serie: ne seguirono altre dieci nella sua carriera allo United. Carriera che oltre alle squalifiche, fu segnata da una serie notevole di infortuni che ne pregiudicarono la continuità e la presenza in campo. Ma l’infortunio che ebbe un risvolto importante nel futuro di Roy, fu quello subito durante la stagione 1997-98 dal norvegese Alf-Inge Håland. Il giocatore del Leeds causò all’irlandese la rottura del legamento crociato anteriore. Dopo lo scontro Håland andò a muso duro su Keane, mentre questi era dolorante a terra, urlandogli di non simulare. Questo portò al famigerato incidente che sarebbe avvenuto quattro anni dopo, nonché l’episodio fondamentale (e anche il più conosciuto) della sua carriera. Durante il derby di Manchester del 2001 infatti, Keane e Håland si incontrarono di nuovo su un campo da calcio e l’irlandese era intenzionato a non fargliela passare liscia. A cinque minuti dal termine della partita, con un intervento assolutamente gratuito Roy entrò volontariamente a gamba tesa sul ginocchio destro dell’avversario, causandone la fine della carriera. Keane fu sospeso per tre giorni e multato di 5000 sterline. Tuttavia nella sua autobiografia l’irlandese rilasciò la seguente dichiarazione: “Avevo aspettato abbastanza. L'ho colpito fottutamente forte. La palla era là (credo). Beccati questo stronzo. E non provare mai più a ghignarmi in faccia che sto simulando un infortunio.” Per tutta risposta la FA lo squalificò per altre cinque giornate e lo multò di altre 150.000 sterline. Roy continuò a dichiarare di non aver nessun rimpianto per ciò che era successo: “Anche dopo, negli spogliatoi, non avevo nessun rimorso. Il mio atteggiamento era: che si fotta. Chi la fa l’aspetti. Ha ricevuto la giusta ricompensa. Ha fatto lo stronzo con me e la mia regola è: occhio per occhio.” L’intervento di Roy Keane su Håland è da molti ritenuto il peggior contrasto della storia, considerandone anche la volontarietà ed i commenti post-partita. Ed è per questo intervento che Roy verrà ricordato per sempre, anche se ingiustamente, viste le sue immense qualità mentali e tattiche che oggi in molti rimpiangono a Manchester. Roy Keane è stata una pedina fondamentale per i successi dell’era di Sir Alex Ferguson e difficilmente potrà essere sostituito.
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